Oggi vorrei mostrarvi com’é il nostro laboratorio di FIV, come creare un utero gigante e come si lavora al suo interno.
Immagina di essere dentro un utero …
Quanta luce c’è ? Quasi nessuna, il laboratorio è al buio. Si è sempre creduto che dovesse essere così, ma essendo la riproduzione assistita una delle specialità mediche più avanzate negli ultimi anni credo che richieda una continua innovazione. Ogni giorno bisogna dedicare del tempo a pensare, ma senza i fattori condizionanti che abbiamo integrato negli anni. Non dobbiamo dare nulla per scontato, dobbiamo mettere in discussione tutto. E, quando chiedi, di solito ottieni risposte come questa: “perché si è sempre stato fatto così” o “perché è stato pubblicato” o qualche spiegazione tecnica incerta. Ecco perché ho deciso di studiare gli effetti del colore della luce ambientale in laboratorio sui risultati della Fecondazione In Vitro. Ho presentato i risultati all’ultimo congresso della Società Spagnola di Fertilità. La conclusione è che l’uso della luce fioca in laboratorio è un mito da sfatare. Il nostro studio mostra che lavoriamo in sicurezza con la luce ambientale, variando l’intensità e il colore della luce senza compromettere la vitalità e lo sviluppo di gameti ed embrioni. Così potremmo trasformare il nostro laboratorio in un parco divertimenti per embrioni.
Che odore c’è? Non ci sono odori. Il controllo dell’ambiente obbliga i biologi a non usare né cosmetici né profumi. Per fortuna possono usare deodoranti, senza alcohol e senza aroma.
A che temperatura? 37 gradi centigradi. C’è un sistema di controllo constante della temperatura delle incubatrici e le superfici dove si appoggiano le placche della coltura che contengono gli embrioni sono riscaldate.
Cosa c’è dentro l’utero? Lo strato interno si chiama endometrio e durante il ciclo mestruale cambia preparando la superficie e producendo delle secrezioni per poter accogliere un embrione. Oggi, questo può essere riprodotto grazie i mezzi di coltura, che contengono le sostanze che produce l’endometrio, ed ogni giorno bisogna utilizzare delle colture diverse, perché le necessità cambiano.
Cosa non c’è dentro l’utero? Non c’é nessun tipo di contaminazione. Questo ci da molto lavoro.
Un ambiente sterile richiede tecnologia e sforzi. Bisogna bloccare gli agenti contaminanti, come i germi, a parte dei nostri nemici speciali: i composti volatili organici. Sono sostanze chimiche che presenti nelle vernici, nei dissolventi, nelle lacche, nei cosmetici, etc…rimangono nell’atmosfera sotto forma di vapori e possono depositarsi in mezzi grassi. I mezzi di coltura contengono olii e questi composti sono embriotossici.
Per entrare occorre indossare una uniforme pulita, una cuffia, delle scarpe, togliersi ogni tipo di accessorio, come orologio ed incluso il trucco.
Aprendo la porta, potrai notare una leggera pressione, una corrente necessaria per bloccare l’entrata di aria dall’esterno .
Il pavimento è in grado di scaricare l’ elettricità statica, all’entrata ti sembrerà che i piedi si incollino al suolo, effetto causato dai tappetini aderenti per le particelle.
Il tetto contiene filtri assoluti e di carbone attivo per mantenere la purezza dell’aria.
Le cabine di lavoro hanno una concentrazione di CO2 e di umidità molto superiore alla norma, cosí piace agli embrioni, i tavoli di lavoro sono idraulici, all’appoggiarsi per lavorare non si trasmettono vibrazioni agli embrioni.
Ah, nell’utero non suonano cellulari, cosí nel laboratorio non ci sono cellulari per evitare possibili danni che derivano dalla radiofrequenza.
Come potete vedere, trattiamo i nostri embrioni come marchesi.
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