Dall’inizio della pandemia, abbiamo visto pubblicazioni di ogni tipo sul COVID e sui suoi effetti sulla qualità del seme: che può causare la frammentazione del DNA dello sperma, che può essere che l’infiammazione dei testicoli sia un sintomo della malattia, ecc. Abbiamo anche letto che il COVID si può diffondere attraverso lo sperma, ma allo stesso tempo, che non può trasmetterlo… A volte, come in questo caso, le informazioni in eccesso disinformano e creano confusione, soprattutto perché molte di queste notizie si contraddicono a vicenda.
Le persone che stanno pensando di iniziare un trattamento di riproduzione assistita o che sono nel processo stanno vivendo con preoccupazione questa valanga di informazioni sul virus e sulla fertilità maschile. Quindi abbiamo voluto risolvere i dubbi con uno studio che abbia una base sufficiente per dimostrare se la funzione riproduttiva maschile è influenzata o meno dal COVID.
Cerchiamo di mettere un po’ di umorismo sulla questione: abbiamo cambiato il motto del nostro ultimo studio sulla qualità dello sperma. Il nuovo è “Il COVID ci ha rotto le palle”. Possono partecipare uomini di età superiore ai 18 anni, che siano stati o meno a contatto con il coronavirus, in modo di poter confrontare i due gruppi. La partecipazione è gratuita e totalmente confidenziale. Basta con registrarsi sul sito web, compilare un questionario e lasciare un campione di sperma in una delle nostre cliniche a Barcellona, Roma o Clane. Analizzeremo il campione con un spermiogramma e ti forniremo un referto completo spiegato da uno specialista, qualcosa che può essere molto utile per conoscere la qualità del tuo seme e prevenire problemi in futuro.
Come sapete, all’Institut Marquès abbiamo condotto i primi studi sulla qualità del seme in Spagna, Italia e Irlanda. Abbiamo dimostrato che le tossine ambientali sono la causa principale dell’incremento della scarsa qualità dello sperma nella popolazione odierna. Vedremo cosa succede ora con il COVID, vi racconterò…
Guardate quanto sono divertenti i poster!